L’olivicoltura nella Valle Argentina
L’ulivo è la pianta mediterranea per eccellenza e fu portata dai Fenici in Grecia e in altri paesi vicini, fra il IX e l’VIII secolo a.C.; fece la sua prima apparizione nella penisola italiana, e più precisamente in Sicilia, fra il VI e il IV secolo a.C.
L’olio d’oliva non serviva solo quale condimento dell’alimentazione, ma veniva impiegato soprattutto nella preparazione di unguenti, balsami e profumi. La vera coltivazione dell’ulivo a Taggia è stata introdotta dai monaci Benedettini dopo le invasioni saracene verso il XII secolo, quando vi trapiantarono le pianticelle portate da Montecassino e diedero inizio all’utilizzazione del suolo impervio con la costruzione delle “fasce” sostenute da muri a secco.
L’ulivo taggiasco, una varietà di ulivo conosciuta a livello europeo ed extra-europeo
Proprio perché la zona pilota di coltivazione è Taggia (borgo medioevale ai piedi della Valle Argentina), la varietà propagatasi nella nostra Valle è conosciuta a livello europeo ed extra-europeo ed è nominata “Taggiasca”. L’ulivo taggiasco è un albero ultrasecolare dal grosso tronco che raggiunge i 10-15 m di altezza; esso possiede una folta chioma ramificata a portamento piramidale, con fitti ramoscelli penduli; le sue foglie sono di colore verde intenso superiormente e con riflessi argentei nella parte inferiore, messi in evidenza al lieve soffio del vento (forse per questo la valle ha preso il nome di “Argentina”). I frutti, le olive, giunte a maturazione, assumono una tonalità violacea scura e brillante, con polpa carnosa e pelle sottile per dare la massima resa una volta frante.
Il ciclo produttivo del frutto si svolge nei mesi invernali, generalmente da novembre a marzo; quando le olive sono mature, inizia la loro raccolta, in genere stendendo a terra su tutta la superficie olivata, reti o tendoni su cui le olive cadono dopo essere state abbacchiate. La tecnica dell’abbacchiatura si svolge percuotendo con una pertica lunga e flessibile di legno di castagno, di faggio o di nocciolo, la chioma degli ulivi, provocando la caduta del frutto. Oggi si utilizzano anche gli abbacchiatori elettrici costituiti da una serie di bacchette contrapposte che, oscillando, scuotono i rami carichi di olive. Dopo aver completato la raccolta, le olive sono portate al frantoio per la lavorazione e da esse si estrarrà il pregiato olio extra vergine di oliva.